Iomega Zip


Lo ZIP della Iomega ha avuto un discreto successo commerciale negli ultimi mesi, tanto da essere vicino a stabilire uno standard di fatto.
Si tratta di un'unità di lettura-scrittura di speciali dichetti magnetici dalla capacità di 100 megabyte, che esiste in due versioni interne, SCSI ed IDE ed in altrettante esterne: SCSI e parallelo.

Probabilmente la grande e rapida diffusione di questa periferica è dovuta, oltre che al prezzo contenuto, alla comodità della versione parallela, facilmente trasportabile e immediatamente utilizzabile su qualsiasi macchina. Inoltre il basso prezzo dei dischetti da 100 Mb abbatte il costo della memoria di massa a circa 300 lire il Mb, contro le 1000 lire il Mb dei normali dischetti da 1.44 Mb.
Si aggiunga poi il fatto che il dischetto magneto-ottico offre caratteristiche di affidabilità e durata molto superiori ai supporti magnetici (dischetti e nastri), ed è quindi utilizzabile come unità di backup.
L'unità è inoltre utilizzabile come supporto da cui eseguire direttamente i programmi, specialmente nelle versioni SCSI o con adattatore IDE proprietario (più veloci dell'unità parallela): si può istallare un qualsiasi software su un dischetto e utilizzarlo quindi come una estensione del disco rigido.

Naturalmente anche il sistema operativo OS/2 puo' utilizzare lo ZIP, che viene riconosciuto come una unità disco rimovibile. I dischetti ZIP vengono venduti preformattati con il file system FAT, ma è possibile anche usare HPFS.

Abbiamo avuto modo di provare quasi tutte le versioni dello ZIP: interno SCSI, parallelo ed interno IDE.
Cominciamo da quest'ultimo, la versione interna con adattatore PC1600, testata da Marcello.
L'unità viene corredata di un kit per il montaggio in uno slot da 5-1/4" e di un CD-ROM contenente i driver ed i programmi di utilità in sei lingue. L'installazione è stata facile e rapida: la scheda alloggia in uno slot libero ISA e all'unità si connette l'alimentazione e l'apposito cavo.
La prima amara sorpresa è che nel CD-ROM i driver sono presenti solo in lingua inglese: nelle altre lingue, tra cui l'italiano, sono disponibili solo i drivers per Windows.
Una ricerca sul sito Web della IOMEGA non offre risultati migliori: drivers OS/2 con documentazione solo in inglese.

La procedura corretta di istallazione si esegue con il programma Istallazione programmi di controllo presente nella cartella Impostazioni di sistema nella cartella Sistema OS/2. Saranno create due directory nella partizione di boot, IOMEGA e OAD. A questo punto si dovrà eseguire il programma GENOAD, presente nella directory OAD per creare un file di configurazione e infine chiudere e riavviare la macchina.

Al riavvio, nella cartella Unità ci sarà un nuovo oggetto, rappresentante l'unità disco rimovibile, assegnata ad una lettera, poniamo F:, perfettamente riconosciuta anche dalla DOS Virtual Machine di OS/2 e da WIN-OS/2.

L'accesso al disco avviene come per tutte le altre unità, tanto che sembra di avere a che fare con un normalissimo floppy... da 100 mega.
L'inserimento del nuovo elemento nella WPS è tanto naturale da non sentire affatto il bisogno di istallare le utility a corredo, che poi sono tuttte per Windows. Per dovere di cronaca, queste sono: tre file di help, The copy machine per copiare i dischetti, Disk Watch per catalogare file e programmi e Findit, un programma per cercare file in base al nome e al contenuto.
Tuttavia, non c'è niente che l'ottimo File Manager/2 e le altre utility native per OS/2 non possano fare anche meglio.

L'accesso al disco è abbastanza veloce, molto piu' vicino al disco rigido e al CD-ROM che al floppy, tanto che è comodissimo usare un dischetto per istallarvi le applicazioni che usiamo di meno, oltre che le sempre esagerate collezioni di bitmaps, icone, suoni di sistema e fonts. Devo dire che da quando ho lo Zip, ho un disco rigido snello e ordinato, al contrario di prima...

La versione interna SCSI è corredata di un piccolo adattatore SCSI Adaptec (scheda ISA) e dei cavi per la connessione dell'unità allo stesso e ad una presa di alimentazione del PC. Non è presente nessun CD-ROM, ma un paio di floppy contenenti i drivers per Dos/Windows 3.x e Macintosh ed un disco ZIP con le utilities descritte sopra, oltre che i drivers per Windows '95.
Un paio di manuali multilingue (anche in italiano) illustrano in modo sufficientemente chiaro le modalità di installazione e le funzionalità (in verità non eccezionali) delle utilities software. Il manuale relativo all'installazione dell'unità spiega come configurare una catena SCSI (perchè ovviamente se di dispone già di un controller SCSI non sarà necessario installare l'adattatore fornito), ma dice ben poco sulla scheda Adaptec a corredo: sembra mancare qualsiasi riferimento alla configurazione di IRQ e I/O address.
Con un minimo di attenzione si nota poi che queste informazioni sono presenti nelle altre lingue, per cui si tratta probabilmente solo di un errore di stampa per quanto riguarda la sezione italiana (manca una pagina) del manualetto.

Situazione pessima per quanto riguarda la presenza di drivers per OS/2: mancano del tutto, tocca prelevarli da Internet prima di procedere. Questi sono poi corredati di una sufficiente documentazione elettronica, ma manca un qualsiasi riferimento all'installazione di un driver per l'adattatore SCSI (il file AHA152x.ADD pur presente nel pacchetto, necessario per far riconoscere l'adattatore al sistema): d'accordo che la maggiorparte degli utenti OS/2 sono "power-user", ma affidarsi esclusivamente al loro intuito mi pare mossa quantomeno criticabile...
Superato velocemente l'ostacolo (aggiungendo l'istruzione BASEDEV=AHA152X.ADD al CONFIG.SYS), il driver citato permette al sistema di "vedere" la catena SCSI e quindi di creare la mappa delle unità collegate. Lo ZIP ha quindi cominciato a funzionare immediatamente senza problemi, caricando pochissimo la CPU anche in caso di trasferimento di grossi files grazie all'interfaccia SCSI, e ad una velocità più che accettabile. Non ho termini di paragone con l'unità interna IDE, ma si è a livelli tali da non far rimpiangere troppo un Hard Disk, e rispetto all'unità parallela è davvero un'altra musica!
Le poche utilities fornite per OS/2 sono a linea di comando, e servono per formattare, proteggere dalla scrittura, inserire ed espellere un disco dall'unità. Per il resto potrete affidarvi ai programmi da voi preferiti, trattando lo ZIP come un normale disco del vostro sistema.

Ben più interessanti sono le funzionalità offerte da un pacchetto attualmente in fase di Betatesting, distribuito gratuitamente da IBM tramite il noto canale EWS (Employee Written Software): il già citato NEWDASD.EXE, prelevabile dal sito http://www.service.software.ibm.com/os2ddpak, che offre supporto nativo al sistema operativo per le unità removibili.
Con questo pacchetto diventa in sostanza possibile formattare le unità removibili in HPFS, ed includerle nella partition table con FDISK: in un solo colpo si supera il precedente limite di HPFS, che non permetteva di rimuovere un disco così formattato, e si ha la possibilità di rendere la partizione avviabile, ad esempio inserendola nel Boot Manager di OS/2. La cosa può avere poco senso con lo Zip ed i suoi relativamente pochi 100Mb, ma potrebbe rivelarsi molto interessante con unità più capienti e veloci (ad esempio il fratello maggiore JAZ da 1Gb, sempre di Iomega): il pacchetto NEWDASD non è infatti dedicato allo ZIP in esclusiva, ma alla intera categoria delle unità removibili (citiamo ad esempio la serie EZ del produttore SYQUEST).
Pur essendo questa la prima beta disponibile al pubblico, il pacchetto funziona perfettamente ed offre qualche funzione aggiuntiva alla WPS, alla quale porta le funzionalità delle poco pratiche utilities a riga di comando cui accennavamo poco sopra. L'unica nota stonata è al momento il mancato supporto per la versione esterna parallela dello ZIP, ma confidiamo in sviluppi in questo senso.
Altro pacchetto software interessante per i possessori di unità removibili è HPFS Remove, che trovate su hobbes, e che permette di utilizzare il File System HPFS sui dischi removibili: ai lettori la prova sul campo ed il confronto con l'ottimo NEWDASD.

Per completare la recensione, due parole sulla versione parallela. Questa si collega direttamente alla porta parallela del PC, mettendo in cascata la stampante. Il software si preoccupa poi di smistare i segnali per la stampa e quelli per l'accesso ai dischetti.
Se con i due modelli interni è possibile eseguire programmi poco utilizzati da dischetti removibili, la cosa diventa sconsigliabile con l'unità parallela: questo tipo di ZIP è infatti sensibilmente più lento dei colleghi interni visti finora, ma ha il grande vantaggio della portabilità che vi permette di trasportarlo ovunque ed installarlo facilmente in pochi secondi. Il programma a corredo GUEST.EXE permette infatti a qualunque macchina DOS o Windows di usare immediatamente e senza istallazione l'unità Zip, mentre con OS/2 è ancora necessario installare un driver e riavviare la macchina.

Lo Iomega Zip non rappresenta certo una soluzione sufficiente per un uso professionale, specialmente nei campi della grafica e dell'editoria multimediale, ma è adatto ad un uso personale e SOHO, come dimostra la sua rapida diffusione in quest'ambiente.
I punti di forza di Iomega Zip sono il buon rapporto qualità/prezzo dell'unità, il basso costo dei dischetti, la immediatezza d'uso e la portabilità. E, non ultima, la solidità sia dell'unità, realizzata con cura, sia dei dischetti.
L'unica nota critica al produttore riguarda il supporto fornito agli utenti OS/2, ancora una volta lasciati in secondo piano rispetto alla massa di utenti Dos/Windows: mancano utilities dello stesso livello di quelle Windows (che, comunque, ricordiamo non essere eccezionali), e la documentazione non è delle migliori.

Come nota conclusiva, ricordiamo che alcuni produttori (primo IBM su un PC della serie APTIVA) hanno già iniziato a fornire di serie il lettore ZIP sulle loro macchine, mentre IOMEGA ha annunciato che presto saranno disponibili una unità configurabile come disco A:, perciò installabile al posto del classico lettore floppy ed avviabile al boot del sistema, ed un adattatore PCMCIA per il collegamento dell'unità SCSI esterna a computer portatili.


a cura di Marcello Semboli & Alberto Velo

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